Puccio Penalisti Associati ottiene l’assoluzione per Metalleghe SpA

Puccio Penalisti Associati, con un team composto dal Founding Partner Andrea Puccio, dalla Senior Associate Elisa Pigozzi e dalla Associate Giulia Bellini, ha ottenuto l’assoluzione, perché il fatto non sussiste, del Presidente del CdA di Metalleghe S.p.A., tra i principali player del settore siderurgico, nell’ambito del procedimento penale relativo al reato di dichiarazione infedele, contestato alla Società per importi milionari.

L’indagine a carico del legale rappresentante di Metalleghe S.p.A. era scaturita da un accertamento fiscale effettuato dalla Guardia di Finanza nel lontano 2016: le Fiamme Gialle avevano analizzato una serie di operazioni commerciali realizzate dalla Società tra il 2010 e il 2013, ritenute sospette.
Secondo l’impostazione degli inquirenti, poi fatta propria dal Pubblico Ministero, Metalleghe S.p.A., quale promotrice di tali operazioni triangolari tra Bosnia, Italia e altri Paesi UE, le aveva indebitamente classificate come “cessioni intracomunitarie”, idonee a farle conseguire la qualifica di esportatore abituale, per usufruire, poi, negli acquisti delle annualità successive, di un plafond IVA artatamente generato, al fine di evadere le imposte, per circa 60 milioni di euro.
Di qui, il rinvio a giudizio del Presidente del CdA di Metalleghe S.p.A. per il delitto di dichiarazione infedele ex art. 4 D.Lgs. 74/2000, in relazione alle annualità dal 2011 al 2014.

Nell’ambito del dibattimento di primo grado, la difesa ha fatto emergere l’infondatezza dell’ipotesi accusatoria, dimostrando come l’impostazione della Guardia di Finanza scontasse, in realtà, un’erronea interpretazione del regime fiscale attribuibile alle operazioni commerciali poste in essere da Metalleghe e una distorta lettura della fattispecie incriminatrice contestata.
All’esito della requisitoria della Pubblica Accusa e della discussione della difesa, il Tribunale di Brescia ha accolto la tesi difensiva in merito alla piena legittimità delle triangolazioni effettuate, assolvendo l’imputato perché il fatto non sussiste, in relazione a tutte le annualità oggetto del rinvio a giudizio.
A distanza di otto anni dall’inizio delle indagini, la complessa vicenda giudiziaria può dirsi finalmente conclusa.